25/06/2025
📜 Gabriele D'Annunzio, Un uomo, mille volti
Gabriele D’Annunzio nasce a Pescara nel 1863, in Abruzzo, da una famiglia benestante. Già da ragazzo dimostra un talento precoce per la scrittura e una passione sfrenata per la bellezza. A 16 anni pubblica la sua prima raccolta di poesie, Primo Vere. È il primo segno di un destino straordinario.
Ma D’Annunzio non è solo poeta. È scrittore, giornalista, drammaturgo, soldato, amante, politico, aviatore e persino “principe del piacere”. Vive come un protagonista dei suoi stessi romanzi, con un gusto quasi ossessivo per il lusso, l’estetica e l’eccesso.
📚 Le opere
✒️ Il Piacere (1889)
Forse il suo romanzo più celebre. Racconta la storia di Andrea Sperelli, un esteta raffinato che cerca nella bellezza e nell'amore un senso alla vita. È un manifesto del decadentismo italiano: estetica sopra l’etica, arte sopra la morale.
🌿 Alcyone (1903)
Una delle sue raccolte poetiche più alte. Qui D’Annunzio si fonde con la natura, con il mare, con il vento, in versi musicali e sensuali. Poesia pura, come un profumo estivo che non si dimentica.
🎭 La figlia di Iorio (1904)
Dramma teatrale in versi ambientato in Abruzzo, in cui fonde miti, dialetti, superstizioni e paesaggi del Sud. Un capolavoro che rivela il suo legame profondo con le radici abruzzesi.
⚔️ L’impresa di Fiume e il “vate guerriero”
D’Annunzio non fu solo un intellettuale da salotto. Durante la Prima Guerra Mondiale si arruolò volontario, diventando una figura eroica. Partecipò a missioni audaci: volò su Vienna lanciando volantini, fu ferito, p***e un occhio.
Ma il momento più teatrale della sua vita fu nel 1919: l’occupazione di Fiume. Con un manipolo di legionari, prende il controllo della città, sfidando il governo italiano e le potenze europee. È la nascita di una “reggenza rivoluzionaria” che anticipa, in molti simboli e rituali, il fascismo.
🏛️ Il Vittoriale: la sua arca eterna
Negli ultimi anni si ritira nel Vittoriale degli Italiani, una villa-monumento affacciata sul lago di Garda. È un palazzo-museo pieno di cimeli, opere d’arte, stanze oscure e suggestive. Lì visse fino alla morte, nel 1938, come un sovrano decadente e visionario.
💬 L’eredità
D’Annunzio ha lasciato un’impronta profonda nella lingua italiana, nella cultura, persino nello stile di comunicazione politica. Ha inventato parole, ha teatralizzato la vita pubblica, ha trasformato l’arte in un’esperienza totale.
Una figura controversa, certo. Ma innegabilmente unica. D’Annunzio fu poeta e profeta, artista e stratega, angelo e demone. Un uomo che ha fatto della propria esistenza un’opera d’arte.
💘 Amori leggendari: Eleonora Duse e le altre
D’Annunzio era un seduttore formidabile, un Casanova della Belle Époque. Tra le sue conquiste più famose c’è Eleonora Duse, una delle più grandi attrici teatrali del tempo. La loro storia fu tormentata, intensa, fatta di lettere infuocate e grandi scenate.
Lui la chiamava Divina. Lei gli offrì il cuore, la fama e il palcoscenico. Ma lui, come spesso accadeva, tradiva e cercava altrove nuovi stimoli.
Amò donne nobili, attrici, artiste. Ma più di tutto, amava l’idea dell’Amore. E forse, in fondo, amava solo sé stesso.
🏛️ Il Vittoriale: un monumento vivente
Oggi il Vittoriale degli Italiani è visitabile, e sembra davvero di entrare in una scenografia teatrale. Nulla è lasciato al caso. Ogni stanza è carica di simboli, profumi, oggetti.
Lo Studiolo: una stanza piccolissima, dove scriveva in penombra, tra velluti rossi e cuscini, per concentrarsi in un'atmosfera quasi mistica.
La stanza della musica, con pianoforte, strumenti e spartiti ovunque.
La Nave Puglia, una vera nave militare incastonata nel giardino!
E la Stanza della Leda, chiusa per anni, dedicata ai suoi amori carnali. Si dice che fosse una stanza “del piacere”, ma velata dal mistero.
Ogni oggetto racconta qualcosa: medaglie, lettere, abiti, armi, maschere, teschi. Tutto contribuisce a costruire la leggenda di un uomo che ha messo in scena sé stesso.
🗣️ L’inventore di parole
D’Annunzio non solo scriveva: creava il linguaggio. Molti termini che oggi ci sembrano normali, sono in realtà sue invenzioni o rielaborazioni:
Tramezzino – per non usare “sandwich”.
Velivolo – al posto di “aeroplano”.
Automobile – usato poeticamente, quando ancora si diceva “carro senza cavalli”.
Persino il motto fascista “me ne frego” viene da un suo discorso militare.
Amava le parole come oggetti preziosi. Le accarezzava, le piegava al suo volere. Era, in un certo senso, un alchimista della lingua.
⚔️ Curiosità sorprendenti
Dormiva su una bara imbottita, per meditare sulla morte.
Si faceva spedire profumi speciali da Parigi e li spruzzava sulle lettere.
Aveva una collezione di cani, tutti trattati come aristocratici.
Aveva paura della calvizie: si faceva trapianti e usava polveri per mascherarla.
Quando riceveva ospiti illustri, come Mussolini, li faceva aspettare ore mentre lui si vestiva, lentamente, come una diva.
📜 Un personaggio, non un semplice autore
D’Annunzio non si legge solo nei libri. Lo si visita, lo si ascolta, lo si respira. È stato poeta, attore di sé stesso, visionario. E ha lasciato dietro di sé un’Italia un po’ più teatrale, un po’ più estetica, un po’ più dannunziana.
🏰 Cos’è il Vittoriale?
È un complesso monumentale fatto di:
una villa-museo (la Prioria)
giardini, fontane e boschetti
un anfiteatro all’aperto
un mausoleo monumentale
la prua di una nave da guerra vera
e decine di oggetti, stanze, reliquie.
D’Annunzio vi si ritirò nel 1921, e ci visse fino alla morte nel 1938. Fece ampliare e decorare tutto secondo la sua visione, con il supporto dell’architetto Giancarlo Maroni.
🕯️ La Prioria: la casa del Vate
La villa si chiama Prioria, come a evocare un monastero laico. Ma dentro… non c’è nulla di sobrio.
Ogni stanza è un'opera d'arte totale.
📖 Lo Studiolo
Una piccola stanza con luci soffuse, dove scriveva circondato da velluti rossi, croci medievali, e libri. Scriveva a lume di candela o con la luce schermata. Diceva che il buio stimolava la concentrazione.
🎼 La Stanza della Musica
Conteneva strumenti, spartiti e tende pesanti. La musica era una delle sue passioni più profonde: era l’arte che “respirava”.
🛏️ La Stanza del Lebbroso
Sì, si chiamava così. La camera da letto. Il letto è una specie di bara imbottita, ricoperta da veli e simboli esoterici. Qui D’Annunzio rifletteva sulla morte ogni sera prima di dormire.
💀 La Zambracca
Una stanza segreta piena di reliquie, maschere funerarie, teschi e simboli misteriosi. Il nome è ispirato a una figura mitologica femminile, custode del peccato e del ricordo.
🛳️ La Nave Puglia nel giardino
D’Annunzio era anche un eroe di guerra, e volle portare al Vittoriale la prua della Nave Puglia, una vera nave militare della Marina Italiana. Fu installata nel giardino in cima alla collina, come se solcasse un mare d’ulivi.
Sul ponte, oggi, si possono ancora leggere le scritte dannunziane e vedere la posizione strategica sopra Gardone.
🎭 Il Parlaggio: l’anfiteatro
Un piccolo teatro all’aperto ispirato ai teatri romani. Lo chiamò Parlaggio, e oggi ospita ancora concerti e spettacoli. Da lì si gode una vista mozzafiato sul lago.
⛪ Il Mausoleo
In cima al Vittoriale si trova il Mausoleo del Vate, una struttura circolare con colonne e sarcofagi. Lì riposa Gabriele D’Annunzio, insieme ai suoi legionari di Fiume. È il luogo più solenne del complesso, costruito come una tomba etrusco-romana: eterno, simbolico, militare.
🐾 Curiosità
Aveva stanze dedicate solo ai suoi cani, con nomi scolpiti nei marmi.
Conservava il mantello di Eleonora Duse come reliquia d’amore.
Accoglieva gli ospiti in modo scenografico: si faceva trovare in posa, vestito di broccati, con luci studiate, profumo nell’aria e discorsi preparati.
Il suo bagno è chiamato “la Stanza della Cheli”, pieno di conchiglie e tartarughe. Un tempio del corpo.
🏛️ Visitare oggi il Vittoriale
Il Vittoriale è oggi una delle case-museo più visitate d’Italia. Un luogo sospeso tra arte, egocentrismo, estetica e nazionalismo. Ma soprattutto: un luogo unico, dove la vita si è fatta arte — e l’arte si è fatta vita.