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L'Abruzzo, conosciuto per la sua straordinaria bellezza naturale, con montagne che sfiorano il cielo e coste che accarezzano il mare, è anche una terra che racconta storie antiche testimoniate da resti archeologici, dai borghi e dalle tradizioni popolari

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04/07/2025

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🐶L'IMPERATORE D'ABRUZZO🗻
FONTE: MASSIMO CECCONI

04/07/2025

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🛡I LONGOBARDI IN ABRUZZO⚔️“Cari amici, oggi entriamo nel cuore dell’Abruzzo per raccontare la straordinaria presenza dei...
04/07/2025

🛡I LONGOBARDI IN ABRUZZO⚔️
“Cari amici, oggi entriamo nel cuore dell’Abruzzo per raccontare la straordinaria presenza dei Longobardi — un popolo germanico che, a partire dal 568, iniziò a radicarsi anche qui, modellando il territorio e la cultura.

🛡️ 1. L’arrivo e la conquista
Guidati nel 568 dal re Alboino, i Longobardi avanzarono attraverso l’Italia centrale, conquistando prime Teramo (Castrum Aprutiense) e poi le vallate interne dell’Aterno e della Marsica

Il loro dominio raggiunse un picco nel VII secolo: il Ducato di Spoleto occupò il versante nord dell’Aterno, mentre Benevento controllò quello sud, comprimendo i Bizantini sulla fascia costiera

🌄 2. Organizzazione territoriale: i gastaldati
L’Abruzzo fu suddiviso in sette gastaldati – come Marsi, Amiterno, Forcona, Valva, Teate, Penne e Aprutium – mansioni affidate a funzionari longobardi detti gastaldi
Questo assetto amministrativo divenne la scossa che avviò la frammentazione del passato romano, dando vita a nuovi nuclei e castelli arroccati.

🏰 3. Incastellamento e toponomastica
Sulle alture – da Montepagano a Loreto Aprutino – i Longobardi edificarono strutture difensive già dal VI‑VII secolo, anticipando il successivo sviluppo medievale

Numerosi i toponimi di origine longobarda, infatti le fasi dell'occupazione longobarda della regione sono indicate proprio dalla presenza di toponimi quali Scurcola (un posto di vedetta), Guardia (presidio militare) e Fara (lo
stanziamento di nuclei familiari).

⛪ 4. Religione e integrazione
Dopo la conversione al cattolicesimo (VII secolo), si sviluppò un vero e proprio culto micaelico: gli arcieri dell’Arcangelo Michele presero il posto di Odino come divinità guerriera
it.wikipedia.org
I Longobardi collaborarono sempre più con la chiesa locale: i gastaldi cedettero terre a monasteri e pievi, segnando l’avanzata del cristianesimo e l’evoluzione di una nuova élite aristocratica

🏺 5. Testimonianze materiali
A Montepagano è stato ritrovato un elmo longobardo, simbolo della dominazione gotica‑longobarda nel teramano
Numerose necropoli e reperti – fibule, pettini, tombe – in zone come Rosciano, Villa Sant’Angelo, confermano la presenza e i rituali funerari longobardi
it.wikipedia.org

🔍 In sintesi
Strategia militare e controllo dell’Abruzzo interno mediante castella e gastaldati.

Riorganizzazione del territorio, con piccoli centri fortificati in continuità con siti antichi.

Fusione culturale e religiosa, culminata nei culti micaelici e nella collaborazione con la chiesa.

Persistenza delle tracce nella toponomastica, nell’architettura e nei ritrovamenti archeologici.

Possiamo dire che i Longobardi in Abruzzo non furono solo “invasori”, ma protagonisti della trasformazione da mondo romano a sistema medievale, lasciando un segno profondo nel paesaggio, nella cultura e nella memoria storica della nostra regione.

🏘CASTROVALVA(AQ)🏚A cinque chilometri di distanza dal Borgo di Anversa degli Abruzzi è possibile visitare il più piccolo ...
04/07/2025

🏘CASTROVALVA(AQ)🏚
A cinque chilometri di distanza dal Borgo di Anversa degli Abruzzi è possibile visitare il più piccolo borgo di Castrovalva che si erge ad 820 metri dal livello del mare sulle rupi rossastre del Colle di San Michele.
L’etimologia del nome deriva da Castrum de Valva a testimonianza sia dell’appartenenza all’antica Diocesi dei Valva che aveva sede nella Basilica di San Pelino a Corfinio, che del borgo fortificato (dal latino castrum). L’antico borgo fortificato dominava l’Alta Valle del Sagittario e controllava uno degli accessi della Valle Peligna.
Oggi il piccolo borgo è abitato da circa cinquanta residenti chiamati “castresi”.
Per raggiungerlo è necessario percorrere la statale 479 verso Scanno e proseguire per una stretta stradina fatta di tornanti in successione che, arrampicandosi sul fianco della montagna, permette di penetrare il crinale lungo una stretta galleria che dall’altro lato della cresta del monte immette all’interno del paesino.
All’interno del paese tutto cambia: vecchie case, vicoli strettissimi, la piccola chiesa della Madonna delle Grazie e la Parrocchiale dedicata alla Madonna della Neve (XVI sec.) fino al punto panoramico dal quale è possibile vedere la grande valle che accoglie i paesi di Anversa, Cocullo e il Casale fino alla Valle Peligna.
Uscendo dal Borgo si può raggiungere la cresta del Colle di San Michele sulla quale si erge la Chiesa di San Michele Arcangelo (XII sec.) patrono del luogo e proseguendo poche centinaia di metri su un sentiero impervio è possibile raggiungere la sommità dell’omonimo colle con vista a volo d’aquila su Anversa degli Abruzzi. Castrovalva fu meta dell’artista olandese Cornelius Escher esploratore ed amatore degli impervi sentieri d’Abruzzo, proprio al piccolo borgo Escher dedicò una litografia (1929) attualmente esposta al Museum of Art di Washington.

FONTE: "restauroeconservazione.it"
FOTO DAL WEB, DISEGNI DI CORNELIUS ESCHER

29/06/2025
🎥STUPENDO VIDEO SUL BORGO ABBANDONATO DI FARAONE VECCHIO (SANT'EGIDIO ALLA VIBRATA-TE) DI ©️MANUEL SANTORO
28/06/2025

🎥STUPENDO VIDEO SUL BORGO ABBANDONATO DI FARAONE VECCHIO (SANT'EGIDIO ALLA VIBRATA-TE) DI ©️MANUEL SANTORO

Abruzzo. Passeggiata nel paese fantasma di Faraone Vecchio (o Antico), una frazione del comune di Sant’Egidio alla Vibrata. Il centro abitato venne abbandona...

🏛I LONGOBARDI E LA LORO INFLUENZA SUI NOMI DEI PAESI ABRUZZESI🏔📜 Origini della parola "Fara"Il termine "Fara" affonda le...
28/06/2025

🏛I LONGOBARDI E LA LORO INFLUENZA SUI NOMI DEI PAESI ABRUZZESI🏔

📜 Origini della parola "Fara"
Il termine "Fara" affonda le sue radici nel mondo longobardo, popolo germanico che giunse in Italia nel 568 d.C., guidato da Alboino. I Longobardi erano organizzati in gruppi familiari estesi, vere e proprie unità tribali, dette appunto fare (al singolare fara), un termine che in lingua longobarda significava "clan" o "gruppo di famiglie discendenti da un capostipite comune".

Queste fare si muovevano compatte e coese, insediandosi nei territori conquistati. Spesso, laddove si stanziavano, lasciavano una traccia profonda nella toponomastica locale. Ecco perché ancora oggi, a distanza di oltre mille anni, in Italia – e in Abruzzo in particolare – troviamo diversi paesi che portano nel loro nome proprio quella parola: Fara.

Quindi volendo approfondire il concetto, cellula fondamentale della società longobarda la fara (termine che ha la stessa radice del verbo tedesco farhen = andare, quasi a ribadire la natura di “popolo in marcia” dei longobardi), era un rappruppamento di tipo familiare con funzioni di unità militare. A capo di ogni fara si trova un duca (termine bizantino, adottato dai longobardi durante il loro soggiorno in Pannonia), responsabile dei rapporti fra il sovrano e gli uomini liberi appartenenti al suo gruppo.

🏞️ I paesi abruzzesi con “Fara” nel nome
Ecco un elenco dei comuni abruzzesi che ancora oggi custodiscono nel loro nome questa eredità longobarda:

Fara Filiorum Petri (provincia di Chieti)
– Il nome si traduce come “Fara dei figli di Pietro”, richiamando una specifica discendenza. È un suggestivo borgo ai piedi della Maiella, famoso anche per la tradizionale Festa delle Farchie, grandi torce accese in onore di Sant’Antonio.

Fara San Martino (provincia di Chieti)
– Incastonato nella Valle del fiume Verde, questo paese è noto per le sue sorgenti purissime e per essere uno dei poli della produzione della pasta in Italia. Il nome celebra San Martino, ma la “Fara” ricorda la sua origine tribale longobarda.

Faraone (Sant'Egidio alla Vibrata-TE)
-Noto anche con le denominazioni di Faraone Vecchio e Faraone Antico, è una frazione del comune di Sant'Egidio alla Vibrata in provincia di Teramo nella regione Abruzzo.

Farindola (PE)
-Il borgo medievale fu fondato nell'XI secolo dai Normanni, arroccato attorno a un castello, in cima allo sperone roccioso. Immediatamente le sorti del paese furono legate a Penne, che deteneva il dominio del circondario. Nel XVI secolo fu di proprietà dei Farnese, che si installarono nel castello, trasformato in palazzo gentilizio.

Leofara (Valle Castellana-TE)
-Leofara si trova sul percorso di un'antichissima strada romana che, da Roma, immetteva dalla Sabina nel Piceno: questa strada sarebbe stata anche utilizzata da Annibale durante le guerre puniche.
Il toponimo suggerisce una origine longobarda per il suffisso fara che corrisponde al termine gens ovvero stirpe.
Suggestiva l'ipotesi che la componente leo del nome possa richiamare l'immagine del leone. La presenza longobarda è del resto testimoniata dal vicino insediamento fortificato, e relativa necropoli, di Castel Trosino.
Influsso dei longobardi è testimoniato anche dalla presenza dei tipici balconi di legno (gafio).

🛡️ Un’eredità più grande di un nome
La presenza di "Fara" nei toponimi non è casuale: testimonia non solo il passaggio dei Longobardi, ma anche una struttura sociale che influenzò profondamente l’assetto dell’Italia altomedievale. Le fare non erano semplici villaggi, ma nuclei organizzativi, militari e produttivi, spesso alla base di future comunità feudali.

In Abruzzo, le terre aspre ma fertili, le montagne impervie e le vallate isolate si prestavano perfettamente all’insediamento di questi gruppi autonomi, che potevano facilmente difendersi e mantenere un’identità forte e distinta.

🔍 Curiosità finale
Sai che in alcuni dialetti abruzzesi antichi la parola "fare" o "farà" sopravvive ancora con il senso di gruppo o famiglia? È come se i Longobardi, pur non essendoci più da secoli, parlassero ancora nelle pieghe della lingua popolare.

🕍LA TORRE TRIANGOLARE DI MONTEGUALTIERI🛕Montegualtieri è una frazione di Cermignano (Teramo) a m.260 s.l.m. Guardando le...
27/06/2025

🕍LA TORRE TRIANGOLARE DI MONTEGUALTIERI🛕
Montegualtieri è una frazione di Cermignano (Teramo) a m.260 s.l.m. Guardando le colline a sud della pianura del Vomano salendo da Castelnuovo Vomano si nota il suo inconfondibile profilo, caratterizzato da una torre austera che sovrasta il piccolo centro abitato. Si tratta di una antica torre di avvistamento di cui si hanno notizie fin da prima dell’anno mille, che ha come particolarità di avere pianta triangolare, caso davvero raro nella nostra regione. Alta circa m.18, faceva parte di una vasta rete di comunicazione “a vista” per il controllo del territorio ed è appartenuta alla nobile famiglia De Sterlich a partire dal XVI secolo fino al 1976. Proprio in questo anno sono stati effettuati importanti lavori di restauro che hanno ripristinato l’antico aspetto della torre. La sua struttura è semplice, rastremata da beccatelli e merli ed è munita di accesso unico, da Nord, raggiungibile solo da una scala esterna. L’interno, dotato di feritoie e piccole finestre per l’osservazione esterna, è vuoto ed una scala in legno attualmente consente l’accesso alla parte superiore. Ai piedi della torre c’è la graziosa Chiesa di S.Giovanni, mentre ai margini dell'abitato c'è l'antica Chiesa di S.Maria, oggi fatiscente e sconsacrata.

Per arrivarci da Teramo, da cui dista Km.23 (vedi mappa): si imbocca l’Autostrada A24 Roma-Teramo in direzione L'Aquila e si esce al casello di Val Vomano. Qui si procede sulla S.S.150 in direzione di Castelnuovo Vomano; al centro del paese si gira a destra per Cellino Attanasio e Cermignano. Oltrepassato il ponte sul fiume Vomano, si gira a destra seguendo le indicazioni stradali.
FONTE: Francesco Mosca

📜 Gabriele D'Annunzio, Un uomo, mille voltiGabriele D’Annunzio nasce a Pescara nel 1863, in Abruzzo, da una famiglia ben...
25/06/2025

📜 Gabriele D'Annunzio, Un uomo, mille volti
Gabriele D’Annunzio nasce a Pescara nel 1863, in Abruzzo, da una famiglia benestante. Già da ragazzo dimostra un talento precoce per la scrittura e una passione sfrenata per la bellezza. A 16 anni pubblica la sua prima raccolta di poesie, Primo Vere. È il primo segno di un destino straordinario.

Ma D’Annunzio non è solo poeta. È scrittore, giornalista, drammaturgo, soldato, amante, politico, aviatore e persino “principe del piacere”. Vive come un protagonista dei suoi stessi romanzi, con un gusto quasi ossessivo per il lusso, l’estetica e l’eccesso.

📚 Le opere
✒️ Il Piacere (1889)
Forse il suo romanzo più celebre. Racconta la storia di Andrea Sperelli, un esteta raffinato che cerca nella bellezza e nell'amore un senso alla vita. È un manifesto del decadentismo italiano: estetica sopra l’etica, arte sopra la morale.

🌿 Alcyone (1903)
Una delle sue raccolte poetiche più alte. Qui D’Annunzio si fonde con la natura, con il mare, con il vento, in versi musicali e sensuali. Poesia pura, come un profumo estivo che non si dimentica.

🎭 La figlia di Iorio (1904)
Dramma teatrale in versi ambientato in Abruzzo, in cui fonde miti, dialetti, superstizioni e paesaggi del Sud. Un capolavoro che rivela il suo legame profondo con le radici abruzzesi.

⚔️ L’impresa di Fiume e il “vate guerriero”
D’Annunzio non fu solo un intellettuale da salotto. Durante la Prima Guerra Mondiale si arruolò volontario, diventando una figura eroica. Partecipò a missioni audaci: volò su Vienna lanciando volantini, fu ferito, p***e un occhio.

Ma il momento più teatrale della sua vita fu nel 1919: l’occupazione di Fiume. Con un manipolo di legionari, prende il controllo della città, sfidando il governo italiano e le potenze europee. È la nascita di una “reggenza rivoluzionaria” che anticipa, in molti simboli e rituali, il fascismo.

🏛️ Il Vittoriale: la sua arca eterna
Negli ultimi anni si ritira nel Vittoriale degli Italiani, una villa-monumento affacciata sul lago di Garda. È un palazzo-museo pieno di cimeli, opere d’arte, stanze oscure e suggestive. Lì visse fino alla morte, nel 1938, come un sovrano decadente e visionario.

💬 L’eredità
D’Annunzio ha lasciato un’impronta profonda nella lingua italiana, nella cultura, persino nello stile di comunicazione politica. Ha inventato parole, ha teatralizzato la vita pubblica, ha trasformato l’arte in un’esperienza totale.

Una figura controversa, certo. Ma innegabilmente unica. D’Annunzio fu poeta e profeta, artista e stratega, angelo e demone. Un uomo che ha fatto della propria esistenza un’opera d’arte.

💘 Amori leggendari: Eleonora Duse e le altre
D’Annunzio era un seduttore formidabile, un Casanova della Belle Époque. Tra le sue conquiste più famose c’è Eleonora Duse, una delle più grandi attrici teatrali del tempo. La loro storia fu tormentata, intensa, fatta di lettere infuocate e grandi scenate.

Lui la chiamava Divina. Lei gli offrì il cuore, la fama e il palcoscenico. Ma lui, come spesso accadeva, tradiva e cercava altrove nuovi stimoli.

Amò donne nobili, attrici, artiste. Ma più di tutto, amava l’idea dell’Amore. E forse, in fondo, amava solo sé stesso.

🏛️ Il Vittoriale: un monumento vivente
Oggi il Vittoriale degli Italiani è visitabile, e sembra davvero di entrare in una scenografia teatrale. Nulla è lasciato al caso. Ogni stanza è carica di simboli, profumi, oggetti.

Lo Studiolo: una stanza piccolissima, dove scriveva in penombra, tra velluti rossi e cuscini, per concentrarsi in un'atmosfera quasi mistica.

La stanza della musica, con pianoforte, strumenti e spartiti ovunque.

La Nave Puglia, una vera nave militare incastonata nel giardino!

E la Stanza della Leda, chiusa per anni, dedicata ai suoi amori carnali. Si dice che fosse una stanza “del piacere”, ma velata dal mistero.

Ogni oggetto racconta qualcosa: medaglie, lettere, abiti, armi, maschere, teschi. Tutto contribuisce a costruire la leggenda di un uomo che ha messo in scena sé stesso.

🗣️ L’inventore di parole
D’Annunzio non solo scriveva: creava il linguaggio. Molti termini che oggi ci sembrano normali, sono in realtà sue invenzioni o rielaborazioni:

Tramezzino – per non usare “sandwich”.

Velivolo – al posto di “aeroplano”.

Automobile – usato poeticamente, quando ancora si diceva “carro senza cavalli”.

Persino il motto fascista “me ne frego” viene da un suo discorso militare.

Amava le parole come oggetti preziosi. Le accarezzava, le piegava al suo volere. Era, in un certo senso, un alchimista della lingua.

⚔️ Curiosità sorprendenti
Dormiva su una bara imbottita, per meditare sulla morte.

Si faceva spedire profumi speciali da Parigi e li spruzzava sulle lettere.

Aveva una collezione di cani, tutti trattati come aristocratici.

Aveva paura della calvizie: si faceva trapianti e usava polveri per mascherarla.

Quando riceveva ospiti illustri, come Mussolini, li faceva aspettare ore mentre lui si vestiva, lentamente, come una diva.

📜 Un personaggio, non un semplice autore
D’Annunzio non si legge solo nei libri. Lo si visita, lo si ascolta, lo si respira. È stato poeta, attore di sé stesso, visionario. E ha lasciato dietro di sé un’Italia un po’ più teatrale, un po’ più estetica, un po’ più dannunziana.

🏰 Cos’è il Vittoriale?
È un complesso monumentale fatto di:

una villa-museo (la Prioria)

giardini, fontane e boschetti

un anfiteatro all’aperto

un mausoleo monumentale

la prua di una nave da guerra vera

e decine di oggetti, stanze, reliquie.

D’Annunzio vi si ritirò nel 1921, e ci visse fino alla morte nel 1938. Fece ampliare e decorare tutto secondo la sua visione, con il supporto dell’architetto Giancarlo Maroni.

🕯️ La Prioria: la casa del Vate
La villa si chiama Prioria, come a evocare un monastero laico. Ma dentro… non c’è nulla di sobrio.

Ogni stanza è un'opera d'arte totale.

📖 Lo Studiolo
Una piccola stanza con luci soffuse, dove scriveva circondato da velluti rossi, croci medievali, e libri. Scriveva a lume di candela o con la luce schermata. Diceva che il buio stimolava la concentrazione.

🎼 La Stanza della Musica
Conteneva strumenti, spartiti e tende pesanti. La musica era una delle sue passioni più profonde: era l’arte che “respirava”.

🛏️ La Stanza del Lebbroso
Sì, si chiamava così. La camera da letto. Il letto è una specie di bara imbottita, ricoperta da veli e simboli esoterici. Qui D’Annunzio rifletteva sulla morte ogni sera prima di dormire.

💀 La Zambracca
Una stanza segreta piena di reliquie, maschere funerarie, teschi e simboli misteriosi. Il nome è ispirato a una figura mitologica femminile, custode del peccato e del ricordo.

🛳️ La Nave Puglia nel giardino
D’Annunzio era anche un eroe di guerra, e volle portare al Vittoriale la prua della Nave Puglia, una vera nave militare della Marina Italiana. Fu installata nel giardino in cima alla collina, come se solcasse un mare d’ulivi.

Sul ponte, oggi, si possono ancora leggere le scritte dannunziane e vedere la posizione strategica sopra Gardone.

🎭 Il Parlaggio: l’anfiteatro
Un piccolo teatro all’aperto ispirato ai teatri romani. Lo chiamò Parlaggio, e oggi ospita ancora concerti e spettacoli. Da lì si gode una vista mozzafiato sul lago.

⛪ Il Mausoleo
In cima al Vittoriale si trova il Mausoleo del Vate, una struttura circolare con colonne e sarcofagi. Lì riposa Gabriele D’Annunzio, insieme ai suoi legionari di Fiume. È il luogo più solenne del complesso, costruito come una tomba etrusco-romana: eterno, simbolico, militare.

🐾 Curiosità
Aveva stanze dedicate solo ai suoi cani, con nomi scolpiti nei marmi.

Conservava il mantello di Eleonora Duse come reliquia d’amore.

Accoglieva gli ospiti in modo scenografico: si faceva trovare in posa, vestito di broccati, con luci studiate, profumo nell’aria e discorsi preparati.

Il suo bagno è chiamato “la Stanza della Cheli”, pieno di conchiglie e tartarughe. Un tempio del corpo.

🏛️ Visitare oggi il Vittoriale
Il Vittoriale è oggi una delle case-museo più visitate d’Italia. Un luogo sospeso tra arte, egocentrismo, estetica e nazionalismo. Ma soprattutto: un luogo unico, dove la vita si è fatta arte — e l’arte si è fatta vita.

🕍OCRE (AQ)🏚Immaginate un piccolo borgo sospeso tra il cielo e la terra, incastonato tra le colline dell'entroterra abruz...
25/06/2025

🕍OCRE (AQ)🏚
Immaginate un piccolo borgo sospeso tra il cielo e la terra, incastonato tra le colline dell'entroterra abruzzese. Siamo a Ocre, a pochi chilometri da L'Aquila, nel cuore di una regione ricca di storia, natura e tradizione.

Ocre è oggi un comune di poco più di mille abitanti, ma la sua storia affonda le radici nei secoli. Le prime tracce di insediamenti risalgono addirittura all’epoca romana. Ma è nel Medioevo che il borgo acquista importanza, soprattutto grazie alla sua posizione strategica, dominante sulla Valle dell’Aterno, crocevia naturale di genti e commerci.

Tra i luoghi più suggestivi c'è sicuramente il Castello di Ocre, o, più correttamente, la fortificazione-recinto che prende il nome di “castrum”. Si tratta di un raro esempio di fortificazione collettiva medievale: un intero villaggio racchiuso dentro mura, con case, cisterne e una piccola chiesa. Una sorta di "condominio fortificato" del XIII secolo, costruito per proteggere gli abitanti dalle incursioni e dalle lotte tra famiglie nobiliari.

Il castello fu al centro di diversi eventi storici, come gli scontri tra i baroni locali e la città dell’Aquila, che ne contese più volte il controllo. E nel 1293 venne addirittura distrutto dalle truppe aquilane, ma ricostruito poco dopo. Oggi, quel sito, sebbene in rovina, mantiene intatto un fascino misterioso e panorami mozzafiato sull’Appennino centrale.

Ma Ocre è anche spiritualità. Nei suoi dintorni si trova il Monastero di Santo Spirito d’Ocre, un ex monastero cistercense fondato nel 1226, straordinariamente ben conservato. Con le sue architetture semplici e armoniche, rappresenta uno dei migliori esempi dell’arte cistercense in Abruzzo: un luogo dove regnava il silenzio, la preghiera e il lavoro manuale, in perfetta armonia con la natura.

Passeggiando tra le sue vie, si percepisce il ritmo lento della vita di un tempo. Le case in pietra, le chiese, i vicoli silenziosi: ogni angolo racconta una storia, ogni sguardo si perde tra paesaggi incontaminati e memorie antiche.

Oggi Ocre è un piccolo gioiello da scoprire, lontano dalle mete turistiche più affollate, ma capace di offrire al visitatore un autentico tuffo nel passato, in un Abruzzo ancora genuino e pieno di sorprese.

✏️ORIGINI DEL NOME💮
I primi insediamenti del borgo risalgono al XII secolo quando fu eretta la fortezza di Ocre che fungeva da castello fortificato e borgo abitato. Il castello sorse per proteggere la sottostante città romana di Aveia (poi Fossa). Il nome deriva da ocris “monte sassoso”, vocabolo collegato all'italico okri- “centro fortificato”. La prima fonte a citare l'esistenza del castello di Ocre è una bolla di papa Alessandro III del 1178 nella quale viene citato tra i possedimenti della diocesi di Forcona. Nel 1254 venne citato, col nome di "Cassari Castro", tra quelli che venivano salvati dalla distruzione decisa per tutti i castelli della zona per favorire la fondazione della città dell'Aquila, perché di proprietà dal cancelliere di corte Gualtieri, erede dei conti d'Albe che possedevano il feudo fin dalla conquista normanna.

🏘GUARDIAGRELE ORIGINI DEL NOME E COSA VEDERE🏡Alcuni studiosi guardiesi dei primi del ‘900 concordano nel dire che Guardi...
21/06/2025

🏘GUARDIAGRELE ORIGINI DEL NOME E COSA VEDERE🏡
Alcuni studiosi guardiesi dei primi del ‘900 concordano nel dire che Guardiagrele un tempo si sarebbe chiamata “Aelion” (dal greco Helios, sole), per poi diventare “Grelion”, dal nome di un capitano greco, fino a diventare Grele. Altri studi affermano che “Grele” deriverebbe dal marrucino “ocrilis” (attributo di ocris, altura). Guardia, invece, deriva dal germanico warda o warte, che indica un posto di vedetta militare, a seguito della presenza dei Longobardi, testimoniata da resti architettonici come il Torrione. Troviamo la citazione del nome completo della cittadina nei registri delle decime (tributi agli enti ecclesiastici) del 1308, che parlano di un“clerici castri de Guardia Grelis”. In ultima ipotesi “grele” potrebbe derivare da un nome personale romano, Gr(a)elius.

🥧IL FAMOSO DOLCE
Le sise delle monache è un dolce composto da due strati di pan di spagna, farciti da crema pasticcera, con la forma di tre protuberanze.
Le monache Clarisse del locale convento di Santa Chiara, in origine preparavano il dolce per la festa di Sant'Agata, venerata in Abruzzo per la fertilità del latte materno. Chiamato anche i Tre monti, forse allude alle tre montagne più alte in Abruzzo, Gran Sasso, Maiella e il Sirente Velino. Una leggenda invece parla di una protuberanza inserita dalle monache al centro del petto per rendere meno evidente il seno.

🏛MONUMENTI E CHIESE
Il torrione longobardo di Largo Garibaldi, detto anche "torre Orsini", era sede del presidio fortificato sorto nel VII secolo, è l'elemento più antico della cinta muraria guardiese.

La collegiata di Santa Maria Maggiore è il duomo di Guardiagrele. La tradizione locale fa risalire l'edificazione della chiesa al 430, sui resti di un antico tempio pagano. Gli studi attuali attribuiscono l'origine a una chiesa cimiteriale del XIII secolo, collocata fuori dalle mura del castrum.

Una lapide creata appositamente nel 1881, si trova sul fianco sinistro del Duomo di Guardiagrele, con il compito di conservare tutti gli stemmi nobiliari delle più influenti famiglie guardiesi vissute dal Medioevo al XIX secolo.

✴️IL FAMOSO GIOIELLO
La Presentosa, “Una grande stella di filigrana con in mezzo due cuori”, era donato alle fanciulle dai propri innamorati. La decorazione centrale cambia in base al luogo di produzione. Gli esemplari di Guardiagrele mostrano due cuori uniti da un crescente lunare. Il nome deriva da “presente”,"dono", da cui deriva la definizione dialettale “presentenze”, e la successiva "presentose".

Indirizzo

L'Aquila
67100

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