05/12/2025
Quando la polemica non basta più
Negli ultimi mesi il quadro politico sammarinese sta registrando un fenomeno sempre più evidente: Repubblica Futura, storicamente una delle voci più presenti nell’opposizione, sembra aver smarrito la propria capacità di incidere, rifugiandosi in una comunicazione aggressiva e spesso percepita come strumentale.
Un atteggiamento che, secondo diverse analisi politiche e umori raccolti tra gli stessi iscritti, sta contribuendo a un calo di consenso interno e a una crescente diaspora verso partiti ritenuti più solidi, sia sul versante progressista sia su quello conservatore.
Fonti vicine all’ambiente politico confermano che numerosi iscritti e simpatizzanti di RF stanno guardando altrove: alcuni tornano verso forze più strutturate, altri si avvicinano a Motus Liberi, partito all’opposizione che si definisce “conservatore e riformista” e che sta intercettando parte dell’elettorato deluso dalla deriva dialettica di RF.
La parola ricorrente tra chi lascia il partito è una: concretezza.
Si sta facendo strada una crescente preoccupazione: quella che i risultati del Governo possano consolidarsi, riducendo ulteriormente lo spazio politico dell’opposizione.
In particolare, desta nervosismo il lavoro svolto da Libera, che negli ultimi mesi sta ottenendo apprezzamenti crescenti per la propria impostazione pragmatica, soprattutto su temi come sviluppo territoriale, rigenerazione urbana, strumenti moderni per affrontare l’emergenza abitativa e progetti per l’autonomia energetica.
La sensazione, nelle fila di RF, è che la strategia di attaccare continuamente Libera non stia funzionando: gli attacchi non frenano la crescita dell’avversario e anzi accentuano il senso di distanza tra la politica del “fare” e quella del commentare.
L’emorragia di iscritti, unita alla crescita di altre forze sia di governo sia di opposizione, rischia di relegare RF a un ruolo marginale, soprattutto se l’attuale strategia continuerà a privilegiare l’attacco sistematico rispetto alla costruzione di contenuti.
Per l’opinione pubblica il segnale è chiaro: da una parte ci sono forze che producono risultati, dall’altra chi tenta di oscurarli; da una parte c’è un approccio riformista e amministrativo, dall’altra una dialettica che perde presa.
In un momento storico in cui i cittadini chiedono stabilità, risposte e capacità di decidere, la politica della polemica rischia di essere percepita come fuori tempo massimo. Una polemica sempre puntualmente funzionale all’ottenimento di un “posto al sole”.
Lo spazio al centro dell’opposizione verrà infatti presto occupato da forze più pragmatiche e competitive e meno interessate alla “poltrona”.
WND