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16/07/2025

Kyiv di sera

Questa sera i russi hanno buttato una bomba planante di 500 kg sul centro di Dobropillja , reg. di Doneck, colpendo un s...
16/07/2025

Questa sera i russi hanno buttato una bomba planante di 500 kg sul centro di Dobropillja , reg. di Doneck, colpendo un supermercato.
L'attacco è avvenuto in un'ora in cui la gente tornava dal lavoro.
Ci sono 2 morti e almeno 14 feriti

Inoltre, tre soccorritori e due civili sono rimasti feriti in un doppio attacco di droni su Nikopol, nella regione di Dnipropetrovs
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Quindi dobbiamo aspettare altri 50 giorni prima che Trump capisca finalmente che Putin è uno s*****o e criminale che lo prende sempre in giro? 😡

Visita dell'inviato speciale del Presidente degli Stati Uniti Keith Kellogg in Ucraina.  Zelensky: Putin ha paura dell'A...
16/07/2025

Visita dell'inviato speciale del Presidente degli Stati Uniti Keith Kellogg in Ucraina.
Zelensky: Putin ha paura dell'America - Kellogg è arrivato e da due giorni non ci sono bombardamenti pesanti

Mercoledì mattina, 16 luglio, Kellogg ha visitato un memoriale dedicato ai bambini uccisi nella guerra di Russia.
"La gente onora la memoria dei morti non con i fiori, ma con i peluche. L'uccisione di civili innocenti, soprattutto di bambini, deve finire", ha scritto sul X.
Successivamente Kellogg ha visitato un poligono della Guardia Nazionale ucraina.

foto: X di Kellogg , FB della Guardia Nazionale dell'Ucraina

«Albanese non è imparziale (né avvocato), Hamas tifa per lei» Parla Hillel Neuer di UN Watch. Intervista di Aldo Torchia...
16/07/2025

«Albanese non è imparziale (né avvocato), Hamas tifa per lei» Parla Hillel Neuer di UN Watch. Intervista di Aldo Torchiaro
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Il Riformista ha intervistato Hillel Neuer, direttore esecutivo di UN Watch, per fare chiarezza sulle polemiche che circondano Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu per i diritti umani nei territori palestinesi. Dalle sue qualifiche giuridiche alle dichiarazioni antisemite, Neuer attacca duramente il ruolo della funzionaria italiana, definita da più parti una voce ideologica e non imparziale nel conflitto israelo-palestinese.

D. Francesca Albanese si definisce spesso «avvocato esperta di diritto internazionale». Ma risulta che non sia iscritta a nessun ordine, né in Italia né altrove.
R.«No, non ha mai superato l’esame per esercitare la professione, né in Italia né in alcuna altra giurisdizione.
Come ho documentato in un thread su Twitter, non è stata onesta su questo punto. Per anni si è definita “lawyer”, avvocato. Solo dopo che il professor Riccardo Puglisi ha fatto luce sui fatti, Albanese ha ammesso in un’intervista: “Non ho fatto l’esame, non sono un avvocato”. Ma in passato aveva addirittura postato il certificato di tirocinio per far credere il contrario.
Essere un funzionario Onu comporta delle responsabilità, e presentare correttamente le proprie credenziali è il minimo. La sua forza è la retorica melodrammatica, non la sincerità né l’integrità».

D. All’Onu esiste un mandato permanente sui territori palestinesi occupati, ma non uno analogo per indagare le violazioni di Hamas, Hezbollah o dell’Autorità Palestinese. È una disparità accettabile?
R. «È una palese doppia morale. L’Onu ha un mandato permanente per indagare solo Israele. Hamas, Hezbollah, l’Autorità Palestinese non sono soggetti ad alcun esame dedicato. Un approccio realmente orientato ai diritti umani applicherebbe gli stessi criteri a tutte le parti. Questa “giustizia selettiva” distrugge la credibilità dell’Onu e incoraggia gli estremismi. I regimi di Iran, Qatar e Cuba, con la complicità di altri, strumentalizzano i diritti umani per colpire l’unico Stato ebraico. Il mandato affidato ad Albanese riguarda solo “le violazioni di Israele”: solo una parte, e la colpevolezza è data per scontata. Lei gira il mondo con il titolo ingannevole di “relatrice sui diritti umani nei territori palestinesi”, ma in realtà osserva solo Israele. Quando Hamas o l’Autorità Palestinese commettono atrocità, tutto ciò è fuori dal suo campo di competenza. È un processo farsa. Sarebbe come avere un relatore speciale sulla guerra in Ucraina, ma che condanna solo Kyiv».

D. Hamas ha pubblicamente elogiato Francesca Albanese. Questo fatto non dovrebbe preoccupare l’Onu? O almeno chi in Italia oggi la propone per premi e persino per il Nobel per la Pace?
R. «È sconcertante. Quando Hamas – un gruppo terrorista sanzionato dall’Ue – loda un funzionario Onu, dovrebbe essere un campanello d’allarme. Il fatto che in Italia ci siano persone che oggi la sostengono nonostante questo endorsement dimostra una confusione morale preoccupante. Gli esperti Onu dovrebbero dare voce alle vittime, non ricevere applausi da gruppi violenti, tanto meno da una setta islamista della morte come Hamas».

D. UN Watch denuncia da anni il pregiudizio sistematico dell’Onu contro Israele. In cosa consiste esattamente? E qual è il ruolo della Commissione d’Inchiesta Permanente, da cui anche l’ambasciatore italiano Mattiolo ha preso le distanze?
R. «Nel solo ultimo anno, l’Assemblea Generale dell’Onu ha condannato Israele più di tutti gli altri Paesi messi insieme. Una risoluzione contro l’Iran, una contro la Siria, una contro la Corea del Nord – e ben 19 contro Israele. La Commissione d’Inchiesta è stata creata nel maggio 2021, con un mandato illimitato nel tempo e senza precedenti: indagare le “cause profonde” del conflitto, comprese “discriminazioni sistematiche” su base razziale. A presiederla è stata chiamata Navi Pillay, che da anni definisce Israele “uno Stato di apartheid” e ha firmato petizioni per sanzionarlo. Il pregiudizio è istituzionalizzato».

D. Albanese viene accusata di portare avanti una battaglia ideologica. Avete mai avuto modo di confrontarvi direttamente con lei o con i suoi superiori?
R. «Sì. Invece di agire da investigatrice imparziale, ha usato la piattaforma dell’Onu per diffondere le sue opinioni politiche estremiste: minimizzare le atrocità di Hamas, giustificare la violenza. UN Watch ha prodotto rapporti dettagliati e sollevato il problema nei dibattiti e con lettere formali. Ma Albanese si rifiuta di confrontarsi con me. A marzo abbiamo depositato un dossier di 50 pagine sulle sue dichiarazioni antisemite e sul suo appoggio al terrorismo di Hamas. Anche Stati Uniti, Argentina e Paesi Bassi si sono opposti al suo rinnovo. Ma il presidente del Consiglio dei Diritti Umani, lo svizzero Jürg Lauber, ha violato il proprio dovere giuridico: non ha mai trasmesso queste prove ai membri del Consiglio. Così il mandato di tre anni di Albanese, scaduto il 30 aprile, non è stato rinnovato legalmente».

D.Di recente ha parlato a Roma di «ossessione anti-Israele» all’interno del Consiglio Onu per i Diritti Umani. Può darci un esempio concreto? R. «A Ginevra, al Consiglio per i Diritti Umani, c’è un punto all’ordine del giorno per discutere di tutto il mondo, e un altro punto riservato solo per condannare Israele. In ogni singola sessione. Nessun altro Paese subisce un simile trattamento. Persino Ban Ki-moon, ex segretario generale dell’Onu, ha denunciato questo pregiudizio. Sulla base delle risoluzioni adottate: Cina, Cuba, Egitto, Arabia Saudita e Zimbabwe non sono mai stati condannati. Sudan e Venezuela lo sono stati quattro volte. Israele: 112 volte. Non lo sto inventando, è tutto sul nostro sito: unwatch.org/database».

D.Cosa si aspetta dall’Italia, e in particolare dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni? R. «Albanese usa un linguaggio antisemita da anni Trenta. Crede che “la lobby ebraica” controlli l’America, che “CIA e Mossad” siano dietro la strage di Charlie Hebdo, e paragona Israele al Terzo Reich. È l’unica relatrice Onu della storia ad essere stata condannata per antisemitismo da Francia, Germania e Canada. Anche Paesi Bassi e Stati Uniti si sono opposti al suo rinnovo. E Meloni resta in silenzio? Il mondo vede una supporter di Hamas, originaria di Ar**no Irpino, gettare un’ombra cupa sull’Italia. Il governo avrebbe dovuto intervenire per primo. Non è troppo tardi».

D.Quali sono i rischi per la credibilità dell’Onu quando si nominano esperti schierati apertamente con una delle parti in causa? .
R. «L’Onu perde autorità morale quando assegna ruoli chiave a persone che parteggiano per gruppi terroristici o distorcono il diritto internazionale. Le vittime vere, dall’Iran al Venezuela, ne pagano il prezzo. La legittimità del sistema Onu sui diritti umani si fonda sulla neutralità. Che oggi è in caduta libera».

D.Se potesse riformare da capo il Consiglio per i Diritti Umani, da dove partirebbe?
R.«Cambiare la struttura è quasi impossibile. Ma i Paesi democratici possono fare qualcosa. Possono proporre risoluzioni per condannare i veri violatori – Cina, Cuba, Zimbabwe. Possono denunciare pubblicamente l’elezione dell’Iran alla Commissione Onu per i diritti delle donne. Possono alzare la voce quando vengono nominati relatori filoputiniani o apologeti di Hamas. Se i Paesi decenti dicessero e facessero le cose giuste, l’Onu potrebbe ancora essere un faro di civiltà».

Fonte: Il Riformista

Aggiornamenti dall'Ucraina di Katya Nesterenko (seguite i suoi social!) La notte insonne di Kellogg in Ucraina. Il rappr...
16/07/2025

Aggiornamenti dall'Ucraina di Katya Nesterenko (seguite i suoi social!)
La notte insonne di Kellogg in Ucraina.
Il rappresentante speciale di Donald Trump con la sua pelle ha vissuto il terrore russo.
I russi hanno effettuato un massiccio bombardato durante la notte.
Hanno attaccato Vinnitsa con quasi 30 droni.
Si sa di 7 vittime.
“La finestra è volata fino al nostro divano, il vetro è andato in frantumi”, racconta Valentyna, residente del luogo, a proposito delle conseguenze dell'attacco dell'esercito russo nella regione di Vinnytsia.
A Kryvyi Rih gli occupanti hanno distrutto un'impresa locale.
Forti esplosioni sono state a Kharkiv, circa 16.
Ci sono feriti.
A Kramatorsk, un drone russo è volato contro un edificio residenziale.
Di notte l'esercito russo ha attaccato l'Ucraina con un missile balistico Iskander-M e 400 droni d'attacco.
La difesa aerea ha distrutto 198 droni, altri 145 sono stati persi localmente, - ha dichiarato l'Aeronautica Militare.
Trump ha dato a putin 50 giorni per fermare l'aggressione.

"50 giorni di Trump" non sono un invito a Putin a continuare l'occupazione dell'Ucraina. Putin continuerà comunque, indipendentemente dalle sanzioni o dalle ...

Sull'imperialismo russo, Gorbaciov e la Crimea.   Per l'attualità dell'argomento trattato, ripubblichiamo questo stralci...
16/07/2025

Sull'imperialismo russo, Gorbaciov e la Crimea.

Per l'attualità dell'argomento trattato, ripubblichiamo questo stralcio dall'intervista del 2016 a Stepan Khmara (1937 –2024), uno degli autori della "Dichiarazione della sovranità della Repubblica Ucraina (16 luglio del 1990)", politico, giurista, dissidente, ex-prigioniero sovietico.

"L'imperialismo russo è un problema globale, non solo dell'Ucraina", - ha dichiarato Stepan Khmara nella sua intervista esclusiva alla nota rivista ucraina "Gordon".
Commentando la dichiarazione di Mikhail Gorbaciov,( l'ex presidente dell'URSS), che si è espresso a favore dell'annessione della Crimea da parte della Russia di Putin, Stepan Khmara ha detto questo:
-"Non troverete nessuno, tra i politici russi di oggi, che non abbia le stesse idee di Gorbaciov. E' il solito discorso dell'imperialismo russo. L'aggressività e l'espansionismo di sempre.
Proprio a causa di quest'ideologia, gli ucraini e i moscoviti non sono assolutamente compatibili dal punto di vista psicologico.
Gli ucraini di oggi hanno iniziato ad ascoltare più attentamente ciò che da sempre diciamo noi, nazionalisti.
La posizione di Gorbaciov non è altro che l'essenza della politica russa di sempre, tipica per l'anima moscovita.
Il popolo ucraino veniva crudelmente perseguitato da secoli, eliminato fisicamente in tutti i modi, mentre la propaganda ufficiale continuava a nutrire le masse con lo stesso mito della cosiddetta "fratellanza" o "un solo popolo indivisibile".
Mikhail Gorbaciov veniva presentato sempre come un presidente democratico, ma, in realtà, non lo era affatto.
Io lo dico da ex-prigioniero sovietico, l'anno 1986 fu uno degli anni più terribili del regime sovietico, per noi, prigionieri. Tutte le misure applicate avevano come scopo la nostra eliminazione, non si poteva sopportare più ciò che succedeva nelle carceri. Infatti, scioperavamo spesso, protestavamo...
Durante l'incontro del 1986 tra Gorbaciov e Reagan a Reykjavik, per trattare sulle armi nucleari, Reagan si rifiutò di parlare sul tema, se non fosse risolta prima la questione dei prigionieri politici (che, secondo Gorbaciov, non esistevano nell'Unione Sovietica).
Se non fosse per l'impegno del grandissimo politico Ronald Reagan, io non starei qui a raccontare queste cose...
Gorbaciov è sempre stato molto ipocrita. Sorrideva dolcemente, mentre cercava di soffocare il suo oppositore".

P.S. Più o meno la stessa opinione su Gorbaciov e l'imperialismo russo esprime anche Leonid Kravchuk, il politico ucraino, fino al 1991 il membro del Politburo del Comitato centrale del Partito Comunista dell'Ucraina, il primo presidente dell'Ucraina indipendente e uno dei fautori della dissoluzione dell'Urss, nel suo libro "Gli ultimi giorni dell'Impero. Primi anni della speranza".

  Il  16 luglio 1990, fu approvata la Dichiarazione della Sovranità Statale dell'Ucraina. La Dichiarazione fu approvata ...
16/07/2025


Il 16 luglio 1990, fu approvata la Dichiarazione della Sovranità Statale dell'Ucraina.
La Dichiarazione fu approvata dalla Verkhovna Rada, recentemente eletta, della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, con il 355 "Sì" contro 4 "No".
Questo fu il primo passo verso l'indipendenza dell'Ucraina, proclamata il 24 agosto 1991.
Il preambolo di questo documento proclamava "la sovranità statale dell'Ucraina come la supremazia, l'indipendenza, la pienezza e l'indivisibilità del potere della Repubblica all'interno del suo territorio e l'indipendenza e l'uguaglianza nelle relazioni estere".
Solo la Verkhovna Rada poteva parlare a nome del popolo ucraino. Il territorio dell'Ucraina all'interno dei confini esistenti fu dichiarato inviolabile. Fu inoltre ribadito il diritto esclusivo del popolo ucraino di possedere, utilizzare e disporre della ricchezza nazionale dell'Ucraina. La Verkhovna Rada dichiarò il diritto dello Stato ucraino di avere le proprie forze armate, forze interne e agenzie di sicurezza statali. L'Ucraina si impegnò a non proliferare, produrre o costruire armi nucleari. La futura politica estera dell'Ucraina, definita dalla Dichiarazione, fu considerata neutrale, il suo compito principale era quello di garantire gli interessi nazionali dell'Ucraina. In sostanza, la Dichiarazione creò le basi per il processo legislativo repubblicano e per l'indipendenza dal diritto dell'Unione Sovietica. Tuttavia, il documento adottato non ricevette lo status di un atto costituzionale. L'Ucraina ancora per un anno rimase parte dell'URSS, quindi le organizzazioni internazionali e i paesi di tutto il mondo non riconobbero la sua indipendenza statale a causa della mancanza del potere del parlamento di decidere l'uscita della repubblica dall'Unione Sovietica, cioè per dichiarare l'indipendenza dell'Ucraina. In conformità con la Costituzione dell'URSS e della RSSU, solo il popolo della Repubblica Ucraina aveva il diritto di prendere tale decisione attraverso un referendum. Inoltre anche le norme del diritto internazionale obbligavano la Verkhovna Rada della Repubblica ucraina a indire un referendum.
Tuttavia, la Dichiarazione di sovranità statale dell'Ucraina è diventata la base per l'"Atto di indipendenza dell'Ucraina", adottato dalla Verkhovna Rada il 24 agosto 1991. Allora, infatti, per la seconda volta, l'Ucraina fu proclamata uno Stato democratico indipendente e infine dichiarata l'uscita dall'URSS. L'indipendenza del paese fu sostenuta dal popolo ucraino in un referendum repubblicano il 1 dicembre 1991. È interessante notare che l'Ucraina ha celebrato per la prima volta il Giorno dell'Indipendenza proprio il 16 luglio 1991.
Dal 1992 la Festa dell'Indipendenza verrà celebrata il 24 agosto.

Da aggiungere che al referendum pan-sovietico sulla preservazione dell'URSS ( fu l'unico referendum nella storia dell'URSS!) tenutosi il 17 marzo 1991, solo l'8% dei cittadini della Repubblica Ucraina votarono il "sì".

Foto: Ukrinform , Oleksandr Klymenko

Una nuova missione per l'Ucraina, diretta a Kherson, sta per partire! Buona fortuna!
16/07/2025

Una nuova missione per l'Ucraina, diretta a Kherson, sta per partire!
Buona fortuna!

Forze terrestri dell'esercito ucrainoLa Lettonia ha consegnato alle Forze Terrestri delle FFAA dell’Ucraina un lotto di ...
16/07/2025

Forze terrestri dell'esercito ucraino

La Lettonia ha consegnato alle Forze Terrestri delle FFAA dell’Ucraina un lotto di veicoli blindati a sei ruote Patria, che andranno a rafforzare le unità del Terzo Corpo d’Armata.

La cerimonia di consegna si è svolta nell’ambito della visita ufficiale della premier lettone Evika Siliņa in Ucraina. La premier ha dichiarato che si tratta del primo lotto di mezzi corazzati promesso in occasione del suo precedente incontro con il Presidente dell’Ucraina.

Durante la cerimonia, il vicecomandante delle Forze terrestri delle Forze Armate ucraine, Oleh Hončaruk, ha ringraziato il governo ed il popolo lettone per la partnership esemplare e il costante sostegno all’Ucraina. Ha inoltre sottolineato il ruolo di leadership della Lettonia nelle "coalizioni di capacità" [capability coalitions, N.d.T.].

“Il sostegno significativo di oggi rafforza la mobilità e la protezione delle nostre forze, migliorando direttamente le nostre capacità operative in un contesto ad alta minaccia. I vostri impegni riflettono una visione strategica chiara de una posizione determinata a favore della sicurezza dell’Europa”, ha dichiarato il vicecomandante.

Il comandante del Terzo Corpo d’Armata delle Forze terrestri, colonnello Andrij Bilec’kyj, ha affermato che i veicoli da combattimento consegnati entreranno in dotazione ad una delle unità d’assalto più efficaci del Corpo.

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