08/03/2019
L'8 marzo può essere occasione di molti spunti.
Può essere solo un giorno retorico, una stanca abitudine popolare liquidata con qualche sorriso ed una levata di sopracciglio.
Però, può diventare il culmine di una riflessione serena sui diritti di quelle donne che non vogliono acquisire i peggiori privilegi degli uomini.
"Femmina penso, se penso all'umano".
L'8 marzo è festa di donne ma vale come augurio di crescita per la società.
Un augurio di coraggio e perseveranza rivolto all'umanità "femmina" (o che femmina si sente) a rivendicare diritti e opportunità vere, lontano dagli stereotipi.
"Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.
Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.
Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.
Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.
Femmina penso, se penso l'umano
la mia compagna, ti prendo per mano."
(Edoardo Sanguineti)
(Foto: opera di Alessandra Spranzi, IO l'astronauta)